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Amici dei malati

Amici dei malati

“Anche un volontario può fare il sindaco”. Sergio Gaiotti, sindaco di Montaldo Torinese e Presidente dell’Associazione Volontari Amici dei Malati (A.V.A.M.) inizia proprio così la sua chiacchierata amichevole alla conviviale del nostro Club il 16 febbraio 2022.

Racconta infatti Gaiotti un episodio di qualche mese fa, quando il Presidente delle Regione Piemonte, Alberto Cirio, lo ha incontrato entrando all’ospedale Molinette e si è stupito di incontrare un sindaco nelle vesti di volontario. Questo episodio stabilisce subito il tono colloquiale ed amichevole, inframmezzato di qualche termine in piemontese, che rende così preziose le serate rotariane tra amici.

Chi sono gli Amici dei Malati

L’Associazione Volontari Amici dei Malati A.V.A.M. di cui ci parla stasera Sergio Gaiotti è stata fondata nel 1983, quando l’allora Cappellano, vedendo persone in grande difficoltà perché lasciate sole con la loro malattia, si adoprò per aiutare la creazione di un gruppo di volontari che, lavorando in stretto contatto con la Direzione delle Molinette, potessero portare conforto ai malati soli.

L’associazione, oggi aconfessionale, ha continuato nella sua missione principale di restare vicino ai malati concentrandosi, in particolare all’assistenza al momento dei pasti. Questo avviene in accordo con l’ospedale che, attraverso la figura della Caposala, segnala i casi di persone che non hanno nessuno vicino. L’associazione vive con i contributi dei soci e i buoni pasto riconosciuti dall’ospedale a chi presta opera per tutto il giorno. Quando l’ospedale paga dei rimborsi, i volontari lo lasciano all’associazione.

Ecco qualche numero su A.V.A.M.:

  • 120-140 volontari sono attivi oggi, di cui 24 al pre-triage;
  • 190mila ore prestate alle Molinette dalla fondazione;
  • 2406 ore prestate nell’ultimo anno di epidemia.

Che cosa fanno gli Amici dei Malati

Dallo scoppio della pandemia i volontari non possono più accedere ai reparti, così hanno concentrato le loro attività nel pre-triage alle Molinette.  Questo è un lavoro faticoso perché richiede di stare almeno cinque ora in piedi, ma afferma Gaiotti: “Per far del bene si fanno anche cose che non piacciono”. Inoltre, i volontari vanno anche a trovare a casa persone bisognose, magari perché, uscite da un ospedale, non hanno nessuno a casa che li aiuti.

Il racconto di Sergio Gaiotti è molto toccante perché riporta episodi concreti in cui i malati hanno dato prova di sentirsi finalmente meno soli. Ad esempio, racconta che una volta non ha capito che cosa volesse una persona: voleva dargli un bacio. Oppure, anche se il compito del volontario è solo assistere senza non farsi riconoscere, un paziente fece il diavolo a quattro per dire che era suo parente.

I volontari di A.V.A.M. lavorano anche con il reparto in cui sono ricoverati coloro che hanno disturbi alimentari e con persone che hanno commesso reati offrendo loro un lavoro socialmente utile. Prossimamente organizzeranno un convegno sulla donazione di organi in cui indosseranno un camice verde come la speranza e azzurro come la trascendenza.

Ringraziamo Sergio Gaiotti per averci coinvolti con il racconto di questo compito così concreto e così importante per le persone sole.