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Una serata con il caffè

Una serata con il caffè

“Il caffè, questo illustre sconosciuto” è il titolo della serata conviviale del Rotary Club Torino Est con relatore il dottor Giulio Trombetta, Presidente e Amministratore Delegato di Costadoro SpA.

“Vogliamo essere sulle labbra di chi ama il caffè”: così ha iniziato la sua stimolante relazione il dottor Trombetta, che ha definito Costadoro un’azienda tradizionale con impronta innovativa. Di sicuro con la sua relazione ci ha fatto assaporare per una sera il sapore ricco e fumante di una realtà imprenditoriale giunta ormai alla sua quinta generazione. Infatti, ci ha raccontato che la figlia ventiseienne è diventata la più giovane Q-Grader del mondo, così abbiamo anche imparato che esiste una certificazione professionale internazionale per assaggiatori.

Qualcosa su Costadoro

L’azienda Costadoro è nata 134 anni fa in un bar di via Pietro Micca (oggi Beccuti) ed è sempre stata orientata al mercato per i bar e la ristorazione. Poi, ultimamente ha iniziato a diversificarsi anche verso le famiglie, dove il leader indiscusso è Lavazza che detiene più del 50% del mercato. Infatti, durante la pandemia, il business si è improvvisamente appiattito e l’azienda ha dovuto correre ai ripari cercando altri mercati.

Attualmente Costadoro è molto affermata sui mercati esteri, dove vende il 60% della sua produzione. Ci ha sorpresi il dottor Trombetta affermando che è più facile vendere il caffè a New York o a Seul che a Cuneo, perché a Cuneo bar e ristoranti acquistano prevalentemente dal torrefattore locale, non dallo “straniero” di Torino. 

Qualcosa sul mercato del caffè

Il caffè è la seconda merce al mondo (la prima è il petrolio) come volume di mercato e muove una gran mole di denaro, pari a 430 miliardi di dollari, con un’incredibile quantità di speculazioni. Oggi in Inghilterra e perfino Cina i consumi di questa bevanda hanno superato quelli del tè. Brasile, Vietnam e Colombia sono i maggiori produttori, ma le qualità asiatiche hanno qualità inferiori.

In Italia il 75% del caffè consumato viene prodotto a Torino, sia perché era la capitale d’Italia, sia perché la prima macchina per l’espresso è stata inventata e brevettata nel 1884 da Angelo Moriondo proprio a Torino.

Al bar o a casa?

Il mondo del caffè per i consumatori finali e il mercato professionale hanno logiche molto diverse. Infatti, nel primo si vende a bassi margini con molte azioni di pubblicità e offerte speciali, mentre il prezzo della tazzina al bar è inelastico, ossia fisso ed indipendente dalla qualità della materia prima. Così è molto difficile far accettare ai consumatori del bar un aumento del prezzo della tazzina, così spesso ne risente la qualità.

Inoltre, per quanto riguarda il caffè venduto nei bar, un barista non attento può rovinare il lavoro del torrefattore. Può infatti capitare che non mantenga le macchine perfettamente pulite, oppure mescoli grani di alta qualità con prodotti acquistati a basso prezzo. Per questo motivo Costadoro investe molto nella formazione dei baristi, più che nella comunicazione. Poi, deve stare sempre con gli occhi ben aperti sui punti di distribuzione dei suoi prodotti. Ad esempio, può succedere che un consumatore, entrando in un bar dove si serve Costadoro in tazzina marchiata, trovi un caffè non buono, magari perché mescolato con altro, oppure perché prodotto con una macchina non messa a punto. In questo caso il rischio è che il cliente associ il marchio dell’azienda ad un cattivo caffè.

Qualcosa sulla bevanda

Che significa alta o bassa qualità nel caffè? Qui il discorso sarebbe molto lungo, ma il relatore su questo punto ha saputo darci un bel “ristretto”. Il caffè che beviamo in tazzina è composto da miscele di caffè che arrivano da tutto il mondo e, in generale, il problema di chi produce il caffè è di mantenere la miscela costante per soddisfare il palato dei consumatori.

Il caffè va bevuto amaro perché, se è buono, è già dolce di suo. In certi posti il caffè è più tostato perché la qualità è inferiore e prevale la qualità Robusta, molto più ricca di caffeina che di aromi. La caffeina è indispensabile perché protegge il chicco da agenti esterni e diminuisce man mano che si coltiva in altura. Così, mai come in questo caso vale il detto: “In montagna il gusto ci guadagna”, però in montagna il caffè è più difficile da raccogliere e dunque più costoso.

Il caffè nelle capsule può essere altrettanto buono, ma è molto più costoso (circa 100 euro al kg) e comporta un impatto ambientale molto più alto a causa della necessità di smaltimento del materiale. Oggi assistiamo ad un ritorno al caffè in grani per la maggior sensibilità ai temi ambientali. Poi, nonostante la diffusione delle macchine per il caffè, oggi in Italia il caffè si fa ancora con la moca in più del 70% delle case.

E per finire…

Ringraziamo il dottor Trombetta per questa relazione che ci ha tenuto con le orecchie spalancate fino alla fine e ringraziamo il nostro Presidente, Angelo Lucchetti, che ha creato questa aromatica occasione.

Il caffè, questo sconosciuto