“Scopriamo la realtà virtuale” era il titolo della serata conviviale del 12 giugno, dedicata a questo tema molto attuale e legato all’intelligenza artificiale.
La conferenza è stata preparata e condotta dalla socia rotariana Giovanna Giordano, accompagnata dal giovane informatico Manuel Manfrin, il simpatico ragazzo che lo scorso febbraio ha partecipato all’iniziativa RYLA dei Distretti Rotary 2031 e 2032, grazie al contributo del nostro Rotary Club Torino Est.
Giordano ha aperto la serata illustrando alcuni concetti di base, in particolare definendo realtà virtuale e realtà aumentata ed introducendo i visori.
Realtà virtuale e realtà aumentata
Per realtà virtuale, o Virtual Reality (VR) si intende la simulazione di situazioni reali con le quali si può interagire tramite apposite interfacce, che rendono l’esperienza più o meno immersiva. La realtà virtuale cancella l’ambiente in cui ci troviamo e ci fa immergere in un altro. Un esempio di realtà virtuale con il quale abbiamo a che fare tutti i giorni, quasi senza rendercene conto, è la modalità Street View, o “vista dalla strada” che si trova su Google Maps. Infatti, quello che vediamo in quella modalità non è una ripresa in tempo reale, bensì la ricostruzione di ambienti a partire da un insieme di fotografie scattate nel tempo.
Invece, la realtà aumentata, o Augmented Reality (AR), indica un insieme di tecniche attraverso cui si aggiungono informazioni alla scena reale. Infatti, necessita sempre di una webcam per riprendere l’ambiente in cui ci si trova. Anche qui l’interfaccia a disposizione, dallo schermo dello smartphone ad un visore in 3D, influisce su quanto l’esperienza può risultare immersiva.
Alcuni esempi di realtà aumentata che possiamo sperimentare semplicemente con il nostro smartphone sono la modalità Live View presente in Google Maps, che, per aiutarci ad imboccare un percorso nella direzione giusta, aggiunge segnali e frecce alla scena ripresa dal nostro smartphone (attenzione: funziona solo quando scegliamo percorsi a piedi perché sarebbe troppo pericolosa se ci troviamo al volente). Ci sono altri esempi come quelli proposti da Google Arts and Culture, che ci permette di sceglie un quadro famoso ed ambientarlo nella nostra stanza, oppure quelli proposti da un famoso mobilificio svedese che permette di scegliere uno scaffale sullo schermo e provare a collocarlo proprio sulla nostra parete.
Proviamo il visore
Dopo l’esposizione di questi concetti, Manuel Manfrin ha presentato il visore Meta Quest. Dapprima ha illustrato i principali comandi e gesti necessari per attivare le varie funzioni. Poi ha indossato il visore, ha provato alcune esperienze virtuali immersive e aumentate proiettando sullo schermo della sala quanto lui vedeva nel visore. Siamo stato trasportati con lui sul Monte Bianco, lo abbiamo visto lavorare davanti a un multischermo e circondato da un ameno bosco di abeti e altro ancora.
Poi alcuni soci hanno potuto provare direttamente l’esperienza indossando il visore: qualcuno si è trovato addirittura appeso ad una montagna durante un’arrampicata di sesto grado e l’esperienza deve essere stata molto coinvolgente, a giudicare dalle sue reazioni.
Anche gli occhiali RayBan Meta portati in sala hanno destato qualche curiosità tra i soci, non tanto per la natura immersiva, ma per l’ottima qualità del suono (si può ascoltare musica camminando senza auricolari!) e per la possibilità di scattare fotografie ed inviarle senza nemmeno dover toccare lo smartphone.
La serata si è conclusa in allegria scambiando curiosità e interesse per le novità tecnologiche.